Il Comitato Consultivo Permanente per il diritto d'autore, varato dallo scorso Governo, sta arrivando a formulare le proposte per le nuove tariffe per la copia privata. Pronto ad alzare i compensi (periodicamente vengono riviste a seconda delle mutate condizioni di mercato) al dicastero della Cultura, Dario Franceschini immagina, con la soddisfazione di SIAE, il domani degli aventi diritto. Le condizioni di mercato dicono che ora è veramente il momento di ridurre drasticamente i compensi, visto che la copia privata semplicemente non si fa più.
Gli italiani versano ogni anno circa 120 milioni di euro per ricompensare gli autori, gli editori e gli altri aventi diritto dei danni economici loro derivanti dalle copie per uso privato di opere tutelate che essi fanno sui propri apparecchi. Attenzione: nulla a che vedere con la pirateria, si parla di copie effettuate dagli utenti di opere legittimamente possedute. Ripetiamo con parole diverse, perché forse qualcuno sarà confuso o sbigottito: su ogni acquisto di hardware come smartphone, computer, tablet, schede di memoria, chiavette USB e così via, si paga, annegato nel prezzo, un compenso che va alla SIAE e da questa, di riflesso, a una vasta serie di aventi diritto, per ricompensarli della copia che su questi device e supporti viene fatta di musica, video e altre opere tutelate.
Si paga sulla base della presunzione di utilizzo e in maniera da tenere conto del fatto che non in tutti i casi si vanno a ledere gli interessi degli aventi diritto. Maurizio Clemente di Key Note Multimedia, nella foto di Simone Sabbieti, dice: "Sembra che il recente cambio di governo e della poltrona del ministro della cultura segni una svolta negativa sulle leggi del diritto d’autore per quel che concerne il bilanciamento degli interessi degli utilizzatori. L’amministrazione infatti si sta muovendo per la revisione delle tariffe del compenso per copia privata in un era completamente digitale e di streaming. Trovo sempre curioso guardare come le nostre istituzioni cerchino sempre di trovare un cavillo per poter aumentare i costi di un settore che già di per se è in crisi".
Clemente rincara: "Esiste un’analogia con il mercato del divertimento (le discoteche ad esempio) più sono in crisi più sembrano entrare nel mirino della legge per essere tartassate fino allo stremo. Lo streaming è il futuro della musica senza ombra di dubbio; ora stanno anche nascendo degli abbonamenti di streaming per Djs che riducono ulteriormente l’acquisto di brani digitali ( download) per favorire lo streaming anche per i professionisti. Inoltre il possesso di una copia fisica come anche negli altri settori è di per se obsoleto, in una società che favorisce lo sharing e l’accesso invece che la proprietà di un supporto (anche il campo auto-motive lo sta lentamente dimostrando)".
Tanto premesso, Clemente ritiene che sarebbe corretto diminuire se non eliminare definitivamente il compenso per copia privata in quanto oggi risulta essere obsoleto e superato dalla tecnologia. "Così come la disciplina del bollino Siae e è del tutto anacronistica oggigiorno. La pirateria oggi si deve combattere online (cercando di far capire agli utenti che ne va del futuro della cultura che la musica ha sempre evocato ricalcando il gusto e il sentimento sociale dei giovani). A mio parere si dovrebbe cercare un modo più efficiente per capire come remunerare e proteggere gli autori dalla pirateria online dei siti russi che vendono (sotto forma di abbonamento) senza nessuna remora e senza pagare niente a nessuno, tutti i prodotti discografici distribuiti legalmente nel mondo, specialmente nel settore della musica dance/pop e studiare metodi per remunerare equamente gli autori nell’epoca dello streaming, dando una maggiore attenzione alla disciplina delle informazioni sui diritti ossia tutti i metadati che identificano le opere, i titolari dei diritti e tutte le altre informazioni necessarie per riconoscere un giusto compenso".
Scuole Italiane S.r.l. si impegna a fornire la migliore esperienza online durante la visita su questo sito Web.
A tal fine, utilizziamo cookie propri e di terzi standard per ottenere dati circa il comportamento online dei visitatori sul sito e registriamo inoltre la frequenza delle visite.
Le informazioni raccolte sono anonime e non identificano l’utente come persona, a meno che non ci fornisca i suoi dati compilando un modulo o attraverso un’altra funzionalità presente sul sito.
Qualora Scuole Italiane S.r.l. raccolga dati personali, tale raccolta è regolamentata dalla nostra Privacy Policy, disponibile per la consultazione qui.
Quando visiti un sito Web, esso può archiviare o recuperare informazioni sul tuo browser, principalmente sotto forma di cookies. Controlla qui i tuoi servizi di cookie personali.